#11 – QUESTIONI IN SOSPESO
di Carlo Monni e Mickey


San Francisco. Stazione di polizia di Richmond.
- Stai scherzando, vero? – fa una domanda retorica Paul Carson.
- Ehm, vorrei che fosse così – Ben Reilly si gratta la chioma bionda. Se il suo comandante fosse stata una donna, questo atteggiamento imbarazzato, sul tenero andante, avrebbe potuto fare colpo e risolvere. Ma, anche se ci troviamo a Frisco, Paul non è il genere di ragazzo che casca in questo genere di trucchi.
- Reilly, sei qui da poche settimane, ti sei dato da fare, ma… non è il primo permesso che mi chiedi. E adesso addirittura non vuoi farti cambiare un turno, ma addirittura prenderti un paio di giorni!?
- Signore, io… se le dicessi perché glielo chiedo, non mi crederebbe.
- Dici? Ho visto i marziani sbarcare sotto casa mia e la città impazzire per tre giorni infernali, c’è un teschio fiammeggiante che infesta la città e vedo il telegiornale… non credo ci sia qualcosa che possa lasciarmi incredulo.
- Come vuole… devo andare a trovare mio figlio. Ho scoperto solo adesso di averne uno.
Il poliziotto castano squadra la recluta della sua squadra con strano cipiglio.
- Troppo strano per essere una balla, anche se in effetti ho sentito una cosa del genere l’altro giorno a Beautiful.
- Vede Beautiful, signore? – domanda Ben, con un’ironia che di solito sfoggia dietro la maschera.
- No, lo vede mia madre – tacita qualsiasi sospetto – Ad ogni modo, ti concedo il permesso, ma non posso esimermi dal parlarne con Ironguts. Mi ha detto di tenerti d’occhio particolarmente, non so perché, ma non intendo deluderlo.
- Certo, faccia il suo dovere. Anche se non sembra, tengo molto a questo lavoro. Ma ci sono cose più importanti.
- Se quello che hai detto è vero, ti do ragione. In culo alla balena, ragazzo.

-Si è incazzato? – chiede curioso il suo collega Steve Harris.
- Ne parlerà con O’Hara, ma perlomeno noi ci rivediamo tra un paio di giorni.
- Ma cos’hai di così improrogabile da costringerti a chiedere un altro permesso?
- Questioni di famiglia – lo liquida Ben, pensieroso. Deve chiamare Peter per ragguagliarlo sulle ultime novità.

Agenzia investigativa Cat’s Eye.
L’uomo che si fa chiamare Abel Fitzpatrick è pensieroso e preoccupato a causa dell’incarico che l’Agenzia ha appena ricevuto: trovare e catturare l’uomo chiamato Kaine. Ci sarebbero molte cose da dire su quest’incarico, tra cui il fatto che l’uomo che ha assoldato lui e Felicia Hardy, la Gatta Nera, è un ufficiale della Polizia di Salt Lake City, nello Utah e che Abel stesso altri non è che Kaine. D’altra parte ci possono essere dei risvolti molto positivi in questa faccenda.
-Far morire Kaine e liberarmi del passato per sempre. – dice lui rivolto a Felicia –Un’opportunità unica, forse, ma come realizzarla?
-Oh sono sicura che penseremo a qualcosa, anzi, ho già qualche idea al proposito, se non ti dispiacerà reindossare per un’ultima volta i panni di Kaine. – risponde lei ammiccando.
-Non è un problema, anch’io sto già pensando ad una soluzione. Mettiamoci al lavoro.

Portland, Oregon.
Uscendo dall’aeroporto, Ben si guarda intorno. Era sicuro che Janine (per lui sarà sempre Janine Godbe, anche se ormai non c’è più alcun motivo perché non usi il suo vero nome: Elizabeth Tyne.) sarebbe stata lì ad accoglierlo, ma non riesce a vederla, quando, all’improvviso, ecco una voce alle sue spalle:
-Ben!-
Ben si volta di scatto e se la trova davanti
. Buffo come lo lasci ancora senza fiato: quei capelli rossi, gli occhi verdi e sempre quel velo di tristezza. Calma, si dice, è storia vecchia ormai. I saluti sono rapidi e Ben va dritto al punto.
-Dov’è?- chiede alludendo al bambino.
-Cosa vuoi fare Ben? – chiede lei di rimando.
-Non lo so ancora, ma… non mi fido di quella gente. Sono scienziati e tratteranno… mio figlio… come una cavia e non posso permetterlo.
-Ti ho già detto che è molto malato, una specie di degenerazione genetica che non sanno spiegarsi. Cioè non se la sanno spiegare perché loro non sanno che…
-Che io sono un clone? Se servirà a salvarlo, sarò io stesso a parlargliene, ma prima voglio essere sicuro delle loro buone intenzioni.
-Che intenzioni hai?
-Meglio che tu non lo sappia, farò tutto da solo, a modo mio.

In uno studio medico di Manhattan…
Il dottor Lennon sta richiudendo i pantaloni e il camice e, sul lettino di fronte a lui, anche Charlotte Witter si sta ricomponendo.
- Complimenti per la deontologia, David – manda una frecciatina la Donna Ragno – pretendere di sbattermi prima di darmi i risultati degli esami.
- Mia cara Jessica – la chiama con il suo pseudonimo da lavoro – sai che non riesco a resisterti… e poi sei stata tu a volere un check-up… gratuito.
- Ho bisogno di mettere soldi da parte. Allora, cos’ho?
- Innanzitutto dovresti essere contenta, perché non hai l’AIDS, né un tumore, né altre malattie. Ma c’è qualcosa che forse dovresti aver notato già da un po’: sei incinta, mia cara.
Charlotte strabuzza gli occhi.
- Cosa?! Ci dev’essere un errore, io… non ho avuto nessun ritardo!
- Nessun ritardo? Ne sei sicura? Non vorrei fossero perdite… comunque ti ho preparato questo, è il numero di un ginecologo mio amico – gli porge una ricetta - Io ho fatto quello che potevo, come ortopedico non posso fare altro.
- Ma… questo forse spiega il mio aumento di peso, ma… non tutti i fastidi che sento…
- No, figurati, è normale che una gravidanza a questo stadio porti delle controindicazioni.
- A questo stadio?
- Da reminescenze dei miei studi, credo che questi livelli di ormoni indichino almeno un paio di mesi.
- Sarà… eppure prendo sempre tutte le precauzioni del caso…
- Col mestiere che fai, le probabilità di essere incastrata sono altissime.
- Non è un mestiere, è un hobby – puntualizza la donna.
- Io non me ne vanterei troppo – sghignazza David Lennon – mi dispiace solo che adesso non potrai più… dedicarti al tuo cosiddetto passatempo.
- Questo è da vedere. Penso proprio che abortirò.
- Capisco… a te la decisione, Jessica.
Non voglio smettere di fare sesso, né tanto meno di essere la Donna Ragno, decide Charlotte, andando via.

New York. Stanza di Hotel di Jacob Raven.
L’anziano detective guarda fuori dalla finestra e si chiede se ha fatto la cosa giusta. Quella contro Kaine è diventata una crociata personale e lui l’ha portata sino a limiti estremi, forse farebbe ancora a tempo a fermarsi, basterebbe richiamare la Cat’s eye. Non può negare di essersi rivolto a loro proprio perché Felicia Hardy conosce l’Uomo Ragno e l’Arrampicamuri ha avuto spesso a che fare con Kaine, ma forse è ora di lasciarsi il passato alle spalle . Ehi cos’era quell’ombra là fuori?
Raven fa appena a tempo ad allontanarsi dalla finestra, quando la stessa esplode in mille pezzi, mentre una figura in costume color porpora irrompe nella stanza, una figura che Raven riconosce immediatamente.
-Kaine!- esclama.
-Proprio io. – ribatte la figura, la cui voce echeggia in modo strano da sotto la maschera che gli ricopre interamente il volto –Ho saputo che mi cercavi Raven. Vuoi finire la nostra piccola faida, beh accomodati.
Il detective mormone impugna la pistola e la punta contro l’avversario.
-Tu sei un assassino, Kaine. – gli dice –Hai ucciso la mia partner Louise Kennedy
[1]
-Quanto sei stupido Raven. – ribatte, sprezzante, Kaine –Louise avrebbe ucciso te e tuo figlio senza alcun ripensamento, uccidendola ti ho fatto un favore e tu lo sai.
-Forse, ma hai ucciso anche altri. C’è una scia di sangue che ti accompagna, Kaine, e devi pagare il prezzo dei tuoi delitti.
-Che ne sai del prezzo che pago ogni giorno, detective? Beh ora puoi farla finita. Sparami se ne hai il fegato.
Raven stringe le labbra e fissa Kaine in silenzio, ma non spara.. Con un gesto stizzito Kaine gli strappa l’arma di mano e lo afferra per il bavero.
-Sei sempre il solito, Raven. Voi cosiddetti giusti mi date il voltastomaco. Sempre pronti a cianciare di giustizia e retribuzione, ma quando si arriva al dunque, non avete abbastanza spina dorsale per fare quello che è giusto. Beh io non ho di questi scrupoli Raven. Ricordi il mio marchio di Kaine? Forse è ora di sfigurare anche la tua altra guancia.
In quel momento, un’altra figura irrompe nella stanza: l’agile ed aggraziata figura della Gatta Nera.
-Kaine!- esclama –Non sono riuscita a trovarti in tempo, ma non importa, perché t’impedirò di fare del male al Detective Raven.
Ben recitato Felicia, pensa Kaine, ma non esagerare. Di colpo, molla Raven e si getta addosso alla Gatta Nera, ma la giovane donna è rapida ad evitarlo. I due continuano la loro pantomima di lotta finché…
<<Kaine, qui è Codice Blu della Polizia di New York, parla il Capitano Stone. Sappiamo che sei lì dentro, arrenditi senza fare storie.>>
Finalmente, pensa Kaine, cominciavo a pensare che non sarebbero più arrivati. Adesso pronti con l’ultimo atto.  Scambia uno sguardo d’intesa con Felicia, poi la colpisce e lei finge di farsi abbattere. A questo punto, scatta ancora verso Raven e l’afferra per la gola. Il detective si difende, ma è tutto inutile. Kaine lo sospinge verso la finestra ed urla:
-Andatevene o gli taglio la gola!-

 

Portland. Oregon.
TriCorp Genetics.
Ci ha pensato a lungo, poi ha deciso di tentare in questo modo. Il costume di Dusk è stata un’ottima scelta, così, se qualcuno dovesse scoprirlo, non potrà collegare la presenza contemporanea del Ragno Rosso e di Ben Reilly in città. Ha ancora un’identità segreta, dopotutto e ci tiene a mantenerla.  Non trova difficoltà a spostarsi lungo i laboratori, il luogo è ancora com’era quando Peter Parker ci lavorò non molti anni fa e lui ne condivide i ricordi. Ecco il luogo che cercava: un laboratorio attrezzato e del personale accanto a…. Una culla termica? E quello è lui, suo figlio? Strano, non sa dire come si sente a quel pensiero. Tempo fa si sarebbe chiesto, se lui, una specie di essere artificiale, avesse il diritto di mettere al mondo un figlio, di farsi una famiglia, ora quel tempo è passato, ma il destino cospira ancora contro di lui. Attende nell’ombra e poi scivola nel laboratorio sino a raggiungere l’incubatrice, dove sta quel bambino di ormai due anni che fatica a rendersi conto di dove si trova e perché è trattato in questo modo dagli adulti. Sembra una creaturina così indifesa ed è stato lui a condannarlo a questo fato: lui gli ha trasmesso la malattia degenerativa dei cloni a cui sembrava essere immune, chissà, forse potrebbe anche salvarlo se…
-Ehi, chi saresti tu?
Una guardia notturna. “Dusk” si muove rapidissimo e lo disarma, ma ormai il danno è fatto, L’allarme risuona ed accorre fin troppa gente. Ben valuta l’opportunità di lottare, ma non avrebbe senso, così si libera dei primi assalitori e poi scappa nel corridoio, più rapido di quanto loro abbiano speranza di poter mai essere, poi si confonde nelle ombre e, finalmente, riesce ad uscire dal complesso scientifico. Tornerà, di questo ne è certo, in un modo o nell’altro, tornerà.

New York.
-Non ce la farai mai Kaine, ti conviene arrenderti. – gli dice Raven.
-Zitto! – replica Kaine –Ora vedremo se me la caverò o no.

Salta dalla finestra, sempre tenendo Raven per il collo e, prima che chiunque possa fare qualcosa, raggiunge rapidamente il tetto.
-Su, coraggio!- urla –Fermatemi se potete.

Più sotto, il Capitano Marcus Stone parla col suo addetto alle comunicazioni
-“Mamma” mi senti?
<<Forte e chiaro Stone.>> risponde “Mamma” Majowsky dalla sua postazione mobile <<Siamo pronti ad intervenire da ogni punto, basta che dici “Si!”>>
-Ok, pronti allora. Adesso!
Il sesto senso di Kaine reagisce senza preavviso di solito, ma non ne ha bisogno per saper cosa succederà, si è preparato per questo da tempo. Deve funzionare. Una porta salta ed ecco apparire “Cane Pazzo” Rassitano, seguito da “Rigger” Ruiz. Kaine sbatte lontano Raven e si tuffa contro di loro. La prima pallottola lo sbatte all’indietro, facendolo ricadere sul pavimento, prova a rialzarsi, ma una seconda pallottola lo coglie alla spalla. Si rialza e riprende lo slancio, poi un terzo colpo lo manca. Viene da dietro. È stato “Fireworks” Feldstein a sparargli. Sotto la maschera, Kaine sorride e salta, supera il tetto e piomba addosso a Feldstein. Il poliziotto non è all’altezza di Kaine, che gli strappa di dosso il suo armamentario, poi salta oltre il tetto e con una capriola entra in una finestra sfondandola. I ragazzi di Codice Blu scendono dal tetto, individuano l’appartamento, ma quando fanno saltare la porta, vengono fermati da una piccola esplosione che li acceca e li disorienta. Vedono la silhouette di Kaine contro la finestra e sparano a raffica. La figura oscilla, poi piomba oltre la finestra. Nella caduta, il suo mantello stracciato s’impiglia in un’asta di bandiera, non regge al peso e si rompe. Il corpo di Kaine prosegue la caduta e, quando piomba al suolo le bombe strappate a Feldstein esplodono, avvolgendo il corpo tra le fiamme in breve tempo.
Dall’alto Raven ha assistito all’intera sequenza.
Il corpo carbonizzato è appena stato portato via e Codice Blu si prepara a partire.
-Sa una cosa capitano?- esordisce Rassitano.
-Dimmi, Cane Pazzo.
-Di solito quando abbiamo a che fare con questi supertizi o sono invulnerabili o riescono ad evitare i proiettili che spariamo. Questo Kaine, beh… è stato diverso, l’abbiamo abbattuto abbastanza facilmente.
Stone si ferma a rifletterci, poi…
-Per una volta siamo stati fortunati, Cane Pazzo, non stiamo a pensarci troppo, Kaine è decisamente morto e stavolta possiamo starne sicuri.

Portland. Oregon
Ben Reilly si presenta alla porta ed è accolto da un funzionario del Complesso di ricerche. La verifica della sua identità dura solo pochi attimi, poi il giovanotto è portato alla presenza di un uomo in camice bianco.
-Sono il dottor Garland e lei è Mr. Reilly, vero? Mi era stato detto che era morto.
-C’era un po’ di esagerazione. - risponde Ben –Diciamo che ho… avuto dei problemi, ma ora sto meglio.
-Vedo che è un agente di Polizia, ma non è qui in veste ufficiale
-No e lei lo sa benissimo, io sono il padre di.. un bambino che tenete qui.
-Si, il piccolo David, lo so. Immagino che Miss Tyne le abbia detto perché è qui.
- David? È questo il nome?- strano, ora che ci pensa , non ha mai chiesto a Janine il suo nome. E forse non lo sapeva nemmeno lei.
- Sì, l’hanno chiamato così i suoi unici genitori affidatari, che l’hanno tenuto con sé solo pochi giorni, a causa della sua salute precaria.
-Janine… voglio dire Elizabeth mi ha detto che ha mostrato sintomi di una strana degenerazione cellulare.
-Sì, in particolare ha una ristretta gamma di anomalie genetiche che, sommate, danno gravi problemi. Noi siamo certi che è dovuta ad un difetto genetico all’origine sulla quale non abbiamo molti dati. Non dipende sicuramente dalla madre.
 -Lo capisco, ma è sempre mio figlio ed io ho dei diritti….
- Pensa di poter badare a suo figlio? Ha bisogno di cure e attenzioni costanti, per non parlare di farmaci sperimentali, costosissimi e non disponibili sul mercato… anche se potessimo affidarglielo, e non sono sicuro che la legge  le sia a favore, David non sopravvivrebbe a lungo ad una comune vita quotidiana. Quindi ci risparmi qualsiasi rogna legale e, anzi, ci ringrazi perché stiamo cercando di salvare il bambino e garantirgli un futuro normale.
- Io... io voglio le prove di quello che state dicendo!
- Possiamo farle leggere tutte le analisi e tutto il dossier su David, ma non so quanta competenza lei…
- Sono una specie di scienziato anch’io, sa?
[2]
- Più di questo non posso fare. Le dirò di più: lei non dovrebbe essere qui e non dovrebbe fare richieste di alcun genere. Ma non siamo ricercatori senza scrupoli.
Su questo ho i miei dubbi, si tiene il pensiero per sé Ben.
- A dir la verità, c’è un solo vero motivo per cui lei dovrebbe essere qui..
- Sarebbe a dire?
- Lei costituisce la maggiore speranza di salvezza di suo figlio.
Ben si irrigidisce sulla sedia ed ascolta con attenzione.

 

Quando esce, riflette su quanto ha sentito. Gli si spezza il cuore, ma lo hanno convinto che è la cosa migliore da fare, ma, non per questo, intende rinunciare a suo figlio. Se l’Alto Evoluzionario non fosse intervenuto sulle sue cellule[3], avrebbe potuto aiutare il bambino facendo studiare il proprio genoma… invece, adesso il suo organismo è leggermente diverso da quello con cui ha concepito suo figlio. E in ogni caso, il suo segreto sarebbe andato in fumo – cosa che gli sarebbe importato relativamente, per la salute di David. Intanto, però, ci sono altre questioni a cui pensare.
Ben prende il cellulare dalla tasca, sfoglia la rubrica alla J e chiama una certa persona.
- Sì? – risponde una ragazza.
- Jessica, sono
Ben. Disturbo? E’ abbastanza presto…
- Ah, ciao… dimmi, sto andando al lavoro.
- Novità con Ken?
- Ken chi? Ellis? Riguardo cosa?
- Come riguardo cosa? Sai di che parlo…
- Sinceramente no…
- Ho capito, non puoi parlare adesso…
- No, no, sono sola e posso parlare, ma davvero non capisco a cosa ti riferisci.
- Sono io a non capire! L’altro giorno mi hai parlato delle indagini che Ellis sta facendo…
- Ti ho parlato delle sue indagini sul Ragno Rosso? Davvero?
- Certo che sì.
- Ah, non lo ricordavo. Ma a te che interessa? Per sapere…
- Jessica, ti senti bene?
- Stavo per farti la stessa domanda. A essere sincera, però, stanotte ho fatto uno strano sogno e mi sono svegliata con un mal di testa storico, ma… non credo ti interessi.
- Va… va bene. Se ti viene in mente qualcosa, non esitare a chiamarmi.
- Ben, ci siamo salutati, ok, ma non so se è una buona idea riprendere i rapporti…
- Se lo dici tu… addio, Jessica – chiude bruscamente la conversazione, turbato. Perché Jessica si è rimangiata tutto? Sembrava sincera, però… che diavolo sta succedendo?[4]

 

New York. Agenzia Investigativa Cat’s eye.
Jacob Raven porge un assegno.
-Avete svolto bene il compito per cui vi ho assunto, ecco il compenso pattuito.
Prima che Felicia possa afferrare l’assegno, Abel la precede, contempla il piccolo foglio di carta per un attimo, poi lo strappa.
-Non ci facciamo pagare quando il lavoro lo ha fatto tutto la Polizia, Mr. Raven  Faccia una cosa per noi, usi questo denaro per suo figlio e seppellisca per sempre la vendetta dove deve  restare. Scommetto che non ha affatto un sapore dolce.
Raven scuote la testa.
-No, non ce l’ha. Credo che lei abbai ragione Mr. Fitzpatrick. Sa quel che ieri Kaine mi ha detto era giusto: Louise era corrotta ed ala fine avrebbe ucciso anche me e mio figlio se l’avessimo ostacolata, ma io preferisco ricordarla come la donna che era quando l’ho conosciuta, al buono che c’era in lei prima che il marcio dei Tannen
[5] la toccasse. La cosa importante, però, è che nessuno ha il diritto di prendere la vita altrui, per quanto malvagia e corrotta sia, Kaine doveva pagare e credo che l’abbia fatto, non come forse avrei voluto, ma credo che l’abbia fatto.
Abel fa una smorfia simile ad un sorriso.
-Lo credo
anch’io detective Raven. – commenta.
I due si stringono la mano e quando Raven è uscito Felicia sbotta:
-Ti odio quando fai tanto il corretto. Quei soldi ci facevano comodo lo sai.
-Può darsi. - risponde l’ex Kaine – Però è certo che sarebbero stati una truffa. - Dopotutto, quello che giace all’obitorio non è il suo cadavere, ma solo quello di un poveraccio senza nome, uno dei tanti John Doe di cui nessuno avrebbe reclamato il corpo e che Abel ha sottratto alla Morgue, senza nemmeno che se ne accorgessero, e rivestito del costume di Kaine perché fosse convenientemente impallinato al posto suo. Lui ha chiamato Codice Blu ed insieme a Felicia ha organizzato la messinscena.  - Ho commesso abbastanza reati ieri notte, non volevo aggiungerci anche la truffa ai danni di un uomo buono.
-Quando sei così… etico, mi ricordi tanto Peter Parker. – replica Felicia
Abel Fitzpatrick sogghigna:
-Lo considererò un complimento, mia cara.
È finita pensa. Kaine è morto, lunga vita al Ragno Nero.

 
New York. Lo studio di un ginecologo..
- Certo che è davvero strano il suo caso – il ginecologo sembra perplesso, sfogliando le carte della sua paziente – tre mesi di gravidanza e ha davvero ancora il ciclo mestruale!
- Ah, adesso sono tre mesi… - borbotta tra sé Charlotte.
- Signora, penso di essere costretto a portare il suo caso al prossimo convegno a cui parteciperò!
- No, non voglio pubblicità! Voglio solo abortire!
- Ne è sicura?! E’ un mio dovere studiare a fondo il suo caso e segnalarlo a…
- Non può senza il mio consenso. E mi dia un appuntamento per l’operazione.
- Prima devo calcolare le settimane di gestazione, potrebbe aver superato il termine legale senza saperlo.
Fai pure, tanto c’è sempre qualcuno a cui rivolgersi, pensa Charlotte, rabbrividendo per il gel che il medico le sta versando sulla pancia. Qualche secondo dopo, l’ecosonda sta accarezzando il suo addome.
- Sinceramente non vedo niente – confessa Charlotte, perplessa.
- Neanch’io… non capisco, forse è guasto il monitor… Fatto sta che lo schermo su cui si sarebbe dovuto vedere il feto è vittima di uno sfarfallio inevitabile.
- Mi dispiace, dovrò fare venire un tecnico per aggiustarlo… mai visto un guasto del genere.
- Grazie lo stesso, dottore… sarà per un’altra volta – dice velocemente, sbattendogli in mano la parcella.
Fuori della porta, Charlotte si appoggia allo stipite. Non si sente affatto bene, una serie di sensazioni spiacevoli le sta devastando il corpo e la mente. Può una gravidanza scombussolare così? Perché non si è accorta prima di essere incinta? E perché improvvisamente non ha più voglia di abortire?
Lo scopriremo solo vivendo…

Fine?

Note
La situazione è aperta per i nostri eroi: il Ragno Rosso deve elaborare ciò che ha scoperto suo figlio e scoprirne di più su Ken Ellis; la Donna Ragno è alle prese con la sua strana gravidanza… solo per Kaine sembra essersi chiuso un capitolo, ma si aprono nuove prospettive. Infatti, presto partiranno ben tre serie autonome dedicate ai nostri protagonisti: Ben Reilly sarà il protagonista di “Il Ragno Rosso”, serie firmata da Fabio “Mr. Kayak” Graziano e Xel aka Joji; il Ragno Nero esordirà in una serie firmata dall’attuale autore de “L’Uomo Ragno”, Yuri N. A. Lucia,   mentre continuerete a seguire le gesta di Charlotte Witter grazie a Valerio Pastore, nella nuovissima serie “La Donna Ragno Vol 2°. A tutti costoro passo il testimone! Quanto a questa collana, dal prossimo numero riprenderà l’originaria veste antologica, presentando storie a rotazione dedicate ai vari amici e comprimari del mondo ragnesco. Si partirà con… ma perché dirvelo? Restate sintonizzati e ne saprete di più!

 



[1] Vedi Spider Man: The Lost Years #3 (WIZ #10)

[2] Piccola citazione del mio film preferito J

[3] Su “L’Uomo Ragno”#12.

[4] I lettori dovrebbero saperlo, o possono facilmente scoprirlo leggendo “L’Uomo Ragno”#36. Il nostro Ben dovrebbe scoprirlo presto…

[5] Il Boss del Crimine di Salt Lake City